•●•

Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati.

venerdì 28 settembre 2012

Venerdì plumbeo, mosche ovunque.


Odio due cose dell'estate : le mosche e le zanzare.
Oramai è anche Ottobre e le zanzare se ne sono andate praticamente tutte, invece le mosche decidono di prendere in comodato d'uso gratuito la tua casa, poichè fuori inizia a fare freddino. Le detesto quelle piccole bestiacce schifosissime nere, mi danno il senso dello sporco, della puzza e .. di un sacco di cose che mi fanno alzare malissimo alla mattina.
Non ha importanza, oggi il cielo fa schifo e non sono andata al lavoro. Non ci sono andata fisicamente, in realtà Miranda ci ha messo sette nanosecondi a mandarmi la lista delle cose da fare - comodamente - a casa. Eh sì, lei fa così. Se le dita funzionano allora le puoi usare e se puoi usarle allora puoi mandare circa 600 mail in 600 posti diversi e rispondere alle risposte e .. PRENDERE APPUNTAMENTI!
Questo sembra fondamentale per lei, prendere appuntamenti e avere l'agenda piena che scoppia. Ed è veramente piena che scoppia, a momenti mi chiederà di prenderle appuntamenti anche di notte. Lavora con tutti, questo è certo, ha le mani in pasta dappertutto e adesso persino un prestigioso giornale locale si sta servendo di lei e delle sue conoscenze. Mi spaventa ma mi piace.


martedì 11 settembre 2012

impressioni di settembre.


Oggi ho iniziato il nuovo lavoro, finalmente ho detto addio alle magliette, all'ignoranza grammaticale e alle bugie cariche d'ipocrisia. Oddio, adesso sto esagerando. Diciamo che ho detto addio al negozio e alla carriera sterile di una commessa sull'orlo di una crisi di nervi. 

Lavoro per Miranda Priestly, bè non lei ma una tizia che ci assomiglia moltissimo sia per fama, sia per i modi di fare ma un po' meno per l'aspetto fisico. Ma chissenefrega dell'aspetto fisico se gestisci di tuo pugno un'azienza con secchiate di dipendenti che puliscono la strada prima che tu possa passare. 

Sì ma io? Io cosa ci faccio lì in mezzo? 
Non lo so, so solamente che sto imparando il mestiere da una brava imprenditrice, non è la migliore grafica pubblicitaria sulla piazza ma sicuramente è una di quelle che sa fare e disfare nel giro di mezzora praticamente qualsiasi cosa. 

Io le tiro i piedi, le faccio il caffè e soprattutto ascolto ogni minima parola e registro ogni minimo movimento.
La amo, questo è.


sabato 8 settembre 2012

E' che poi arriva l'autunno, le cose iniziano a mettersi in ordine.


Un'estate iniziata male che s'è portata dietro secchiate di problemi. Una testa di cazzo imperiale, una persona che detesto con tutta me stessa una volta mi ha detto che se cerchi di risolvere tutti i tuoi problemi assieme, generi solo caos. Tocca fermarsi, mangiare qualche cucchiaiata di merda e sistemare poco a poco ogni cosa. E' l' otto settembre e non sono sicura d'averlo fatto completamente, tuttavia buona parte è andata a posto e spero vivamente che non si ripresenti. Però dai, di certo non posso dire di non essermi divertita. Non è stata l'estate migliore, ma sicuramente un sacco di uscite epiche ci sono state. 

Okay, considerazioni alla "Mio cario diario" concluse. Passiamo alle cose serie :

cose che di quest'estate bisognerebbe dimenticare :

  • Abiti stile imperiale addosso a cessi a pedali ( ribattezzati dagli esperti del settore come "buste di fave" )
  • Pantaloncini cortissimi e camicia lunghissima otto taglie in più, il tutto abbinato con le All star. Negli anni 90 mi vestivo così ed ero una sfigata per coloro che oggi, nel 2012, si vestono alla stessa maniera. Perchè mi sfugge qualcosa?
  • La birra piccola a 3 euro e la bud a 5, posti sbagliati nei momenti sbagliati. 
  • Fila assurda per entrare in discoteca, non potendo usare la preferenziale per i pr e rimanere fuori .. vaffanculo.


Non mi viene in mente altro, ma sicuramente qualcosa salta fuori. Ah :

  • Il pulcino pio.
  • Il pisello del principe William.. ( no, un attimo, perchè dovrei rimuoverlo? )
  • Gente che compra reflex da 600 euro e finisce per fotografare in modalità automatica ( ! )
Ieri sera ho sentito la mancanza del Florida, del Cerchio dei golosi e del Master. Arrivare in discoteca e scoprire che il tempo è passato e tutto è andato avanti .. fa un po' senso, ma sticazzi. Intanto ho beccato gente pure più grande di me che stava facendo il mio stesso identico mestiere, all'entrata dei tavoli ci stava il mio ex ragazzo ( madonna beata, madonna beata )  e alla fine della fiera sticazzi ancora, ho ventisei anni non settecento. Ad ogni modo, visto che tutti sono rimasti fuori, che cazzo entravo a fare? Mai vista tanta gente così, in quel posto. 

Bho, Lunedì inizio un nuovo lavoro.


mercoledì 6 giugno 2012

Messaggi notturni.


- Fràn, cazzo. Gli hai detto che t'è passata, minimo che sbrocchi su. Lo sai quanto siamo teste di cazzo in queste cose, noi maschietti.
- Ma Laurece, cazzo.
- Domani passo a prenderti alle nove e mezza, vestiti bene che ti presento la mia tipa.
- Già la odio.
- Domani la odierai un po' di più.


venerdì 1 giugno 2012

Conversazioni in macchina.




( underworld born )


- Dovresti mettere in ordine un po' di cose, Fràn. 
- Oh sì, sicuro. Il problema è che non so da dove cominciare e comunque anche individuando un possibile punto di inizio, non avrei molto tempo per farlo.
- Ah, sì. Me lo dicevi anche quando avevamo quindici anni e ti rimproveravo per quanto fosse incasinata la tua camera da letto. Mai una volta che son riuscito a trovare qualcosa in quell'entropia.
- Ecco, Lorence. Così è la mia testa, come la mia vecchia camera da letto. Ti ricordi quando rovistando tra i panni sporchi è saltato fuori GT? Lo cercavi da settimane.
- Volevo ucciderti.
- Menata mi hai menata.
- Passami l'accendino.
- Ce l'hai underworld born?
- Come no. Ma così mi viene voglia di vederti ballare.
- Non fare l'innamorato.
- In realtà stavo semplicemente pensando che forse è arrivato il momento della carota. Quello del bastone è passato e non ha portato grandi risultati.
Ah seh? Dopo l'ultima mail che mi hai mandato? Vaffanculo.
- Lo sai che ti amo.
- Sono ventisei anni che me lo dici, sì. Credo di saperlo. Prendi la tangenziale, spriz e sticazzi. 
- Spriz e sticazzi.

giovedì 31 maggio 2012

Pensieri arruffati, al freddo.

( Romy Schneider )

I silenzi che mettono a disagio... Perchè sentiamo la necessita' di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio? E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
( Mia Wallace )

E ora penso che il tempo che ho passato
Con te
Ha cambiato per sempre ogni parte di me
Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire
Non troviamo il motivo neanche per litigare
Siamo troppo distanti distanti tra noi
Ma le sento un po’ mie le paure che hai
Vorrei stringerti forte e dirti che non è
Niente
Posso solo ripeterti ancora
Sono solo parole  
( Noemi )
Ma io ti penso e ti voglio lo stesso
voglio morirti addosso perché addosso a te sto meglio
che in un letto con un altro che mi ama
io preferisco accontentarmi di sentirti dire
le uniche parole dolci e vere che sai dire
che son splendida ma stupida
( Micaela )
 
 
 ( James Dean )
Ma che poi, la vedo solo io la somiglianza nello sguardo?
Bè, cazzi o non cazzi, io questo me lo farei.
Pure la copia, a dirla tutta.

mercoledì 30 maggio 2012

l'orchidea.


Spaccami di baci,
prendi in mano un cuore
e poi senza esitare
dammi parole d'amore
che non sai spiegare ma
stringimi, accarezzami
respingimi, poi prendimi di nuovo
e lasciami ancora sognare di averti
tra il male e Dio


domenica 27 maggio 2012

Dal vangelo secondo il testimone.

Fràn, te lo devo dire. Siamo onesti, non sei mai stata bella. Non sei mai stata nemmeno simpatica ed io lo so, ti conosco da quando sei nata. Bè, ammetto che attorno ai sette anni un po' mi piacevi, ma sai a quell'età ...
Non è questo il punto, a tredici anni ti sei messa in testa d'essere carina. Chi te lo ha detto non si sa, ma te te ne sei convinta e non c'è stato nulla da fare, ci credevi e basta. Bè Fràn, mi stavi sulle palle. Ti ricordi, no? Ti evitavo quasi, mi urtava il tuo atteggiamento. Insomma antipatica lo sei sempre stata, ma non riesco immaginare niente di peggio di un'antipatica bruttina che si sente bella. Va bè, qualcuno poi ha anche pensato bene di darti delle conferme. Ma ti sei mai chiesta perchè piacevi sempre a chi a te non piaceva affatto? Dai, te lo ricordi Matt? E quello con i capelli rossi? Per non parlare di quello alto un metro e uno sputo, appena hai avuto l'età per farlo non te li sei risparmiati ma .. dio, Fràn. Però ce ne hai messo di tempo per farti quelli che ti piacevano davvero, no? Parliamo di Alex? Di Nikolas?
Poi, improvvisamente, hai smesso di crederci. Sei scesa dall'Olimpo e sei tornata ad essere sopportabile ma proprio mentre riallacciavo i rapporti con la Fràn che piaceva a me, una sparata ti ha rilanciato in testa alla classifica. Vaffanculo, Fràn. Ci stavo di merda quando venivo a vederti sculettare, sapevo che una volta scesa di lì saresti andata a comprarti la tua dose di spicciola autostima al cesso; sei tornata a farmi schifo. Ma Fràn, sei sempre stata bruttina. Con il trucco, pettinata bene, le unghie belle fatte, i vestiti firmati, le scarpe costose .. Fràn, se metti il rossetto ad un porco, questo rimane un porco.

Bè Fràn, sai che ti dico? Tu non mi piaci, sei antipatica e bruttina. Ora ancora di più, non ti pettini nemmeno e sei tornata a fregartene. Ed è questo il momento che preferisco, più te ne freghi, meno mi piaci, più penso che tu sia una meraviglia.

E non piangere, lo sai tu per prima che sei una puttana e anche della peggior specie. Lui ha solo avuto le palle per dirtelo in faccia. Non lo conosco, non so chi sia, ma so che ha ragione. E ricordati che non esiste nessuno al mondo al quale tu possa dire tutto; mi stupisco di te. Tu, che non parli manco allo specchio con te stessa, tu che per parlare con me ti prepari il discorso ore prima. Tu, che parli veloce e balbetti. Diventi rossa, ridi e ti nascondi dietro le tue mani e la tua ironia arruffata. Ti sei lasciata fottere, Fràn. Ma ti aspetto, le ferite te le lecco io. Perchè sì, tu non mi piaci, ma sono l'unico al mondo che senza di te morirebbe per davvero.

Mettilo nel cassetto, Fràn.

venerdì 25 maggio 2012

s'è rotto, fràn.


Abbiamo finito, lascia i soldi sul comodino.
 E vattene.
______ _ ______

domenica 13 maggio 2012

mi piace - commenta - condividi : NO!


Dopo aver inondato la stanza di sangue, se n'è andato verso la scrivania.

( colonna sonora: Riders on the Storm / The doors )

« Girl ya gotta love your man
Girl ya gotta love your man
Take him by the hand
Make him understand
The world on you depends
Our life will never end
»


Le persone praticamente perfette non si lasciano confondere da sentimenti.
( Mary Poppins )

  Vivien Leigh

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

( P. Neruda )

Harry: C'ho pensato tanto... e il risultato è che ti amo.
Sally: Cosa?
Harry: Ti amo.
Sally: E che cosa pensi che ti risponda adesso?
Harry: Per esempio: anch'io ti amo.
Sally: Preferisco: me ne vado.
Harry: Allora non significa niente per te?
Sally: Mi dispiace, Harry. Lo so che questa è la notte di capodanno, lo so che ti senti solo ma tu non puoi arrivare qui, dirmi che mi ami e aspettarti che questo risolva tutto. Le cose non funzionano in questo modo.
Harry: Bè, e come funzionano?
Sally: Non lo so! Ma non in questo modo...
Harry: Allora proviamo così: ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi, ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich, amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo, mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo. E non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile!
Sally: Ecco! Tanto sei il solito imbroglione! Dici cose del genere, e mi spieghi poi come faccio a odiarti io? E invece io ti odio! Ti odio. Sul serio, ti odio.

( Harry ti presento Sally

risoluzione massima.


Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un'eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della Follia.

( Erasmo da Rotterdam, "Elogio della follia" )

venerdì 11 maggio 2012

evergreen.



Oasis - Wonderwall

Today is gonna be the day
That they're gonna throw it back to you
By now you should've somehow
Realized what you gotta do
I don't believe that anybody
Feels the way I do about you now


Backbeat the word was on the street
That the fire in your heart is out
I'm sure you've heard it all before
But you never really had a doubt
I don't believe that anybody feels
The way I do about you now

And all the roads we have to walk along are winding
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I would
Like to say to you

I don't know how

Because maybe
You're gonna be the one who saves me 
And after all
You're my wonderwall

Today was gonna be the day?
But they'll never throw it back to you
By now you should've somehow
Realized what you're not to do
I don't believe that anybody
Feels the way I do
About you now

And all the roads that lead to you were winding
And all the lights that light the way are blinding
There are many things that I would like to say to you
I don't know how

I said maybe
You're gonna be the one who saves me 
And after all
You're my wonderwall

I said maybe
You're gonna be the one who saves me ?
And after an
You're my wonderwall

Said maybe
You're gonna be the one that saves me
You're gonna be the one that saves me
You're gonna be the one that saves me 

giovedì 10 maggio 2012

e poi c'era quella canzone .. che non mi viene in mente.

The Police - Every breath you take.



Every breath you take
and every move you make
every bond you break
every step you take
I’ll be watching you
Every single day
and every word you say
every game you play
every night you stay
I’ll be watching you
Oh, can’t you see
you belong to me?
How my poor heart aches
with every step you take
 Every move you make
every vow you break
every smile you fake
every claim you stake
I’ll be watching you
Since you’ve gone I’ve been lost without a trace
I dream at night, I can only see your face
I look around, but it’s you I can’t replace
I feel so cold, and I long for your embrace
I keep crying baby, baby please
Oh, can’t you see
you belong to me?
How my poor heart aches
with every step you take
Every move you make
every vow you break
every smile you fake
every claim you stake
I’ll be watching you
every move you make
every step you take
I’ll be watching you
I’ll be watching you
I’ll be watching you
I’ll be watching you…
 
Midge Ure - Breathe.
 
 
With every waking breath I breathe
I see what life has dealt to me
With every sadness I deny
I feel a chance inside me die

Give me a taste of something new
To touch to hold to pull me through
Send me a guiding light that shines
Across this darkened life of mine

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
Breathe to make me breathe

For every man who built a home
A paper promise for his own
He fights against an open flow
Of lies and failures, we all know

To those who have and who have not
How can you live with what you¹ve got?
Give me a touch of something sure
I could be happy evermore

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
To see to make me breathe

Breathe your honesty
Breathe your innocence to me
Breathe your word and set me free
Breathe to make me breathe

This life prepares the strangest things
The dreams we dream of what life brings
The highest highs can turn around
To sow love¹s seeds on stony ground

Breathe
Breathe

Breathe some soul in me
Breathe your gift of love to me
Breathe life to lay ¹fore me
To see to make me breathe

Breathe your honesty
Breathe your innocence to me
Breathe your word and set me free
Breathe to make me breathe
 

mercoledì 9 maggio 2012

più o meno così.



"..eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel suo vestito di tweedl grigio e la paglietta / il giorno che gli feci fare la dichiarazione / sì prima gli passai in bocca quel pezzetto di biscotti all'anice / e era un anno bisestile come ora sì 16 anni fa / Dio mio dopo quel bacio così lungo non avevo più fiato / sì disse che ero un fior di montagna / sì siamo tutti fiori / allora un corpo di donna / sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua / e il sole splende per te oggi / sì perciò mi piacque / sì perché vidi che capiva o almeno sentiva cos'è una donna / e io sapevo che me lo sarei rigirato come volevo / e gli detti quanto più piacere potevo per portarlo a quel punto / finché non mi chiese di dir di sì / e io dapprincipio non volevo rispondere / guardavo solo in giro il cielo e il mare / pensavo a tante cose che lui non sapeva / di Mulveyl e Mr Stanhope e Hester e papà e il vecchio capitano Groves / e i marinai che giocavano al piattello e alla cavallina come dicevan loro sul molo / e la sentinella davanti alla casa del governatore con quella cosa attorno all'elmetto bianco / povero diavolo mezzo arrostito / e le ragazze spagnole che ridevano nei loro scialli / e quei pettini alti / e le aste la mattina i Greci e gli ebrei e gli Arabi e il diavolo chi sa altro da tutte le parti d'Europa / e Duke street e il mercato del pollame / un gran pigolio davanti a Larby Sharonl / e i poveri ciuchini che inciampavano mezzi addormentati / e gli uomini avvolti nei loro mantelli / addormentati all'ombra sugli scalini / e le grandi ruote dei carri dei tori / e il vecchio castello vecchio di mill'anni / sì e quei bei Mori tutti in bianco / e turbanti come re / che ti chiedevano di metterti a sedere in quei loro buchi di botteghe / e Ronda con le vecchie finestre delle posadas / fulgidi occhi celava l'inferriata / perché il suo amante baciasse le sbarre / e le gargotte mezzo aperte la notte / e le nacchere / e la notte che perdemmo il battello ad Algesiras / il sereno che faceva il suo giro con la sua lampada / e Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo / Oh e il mare / il mare qualche volta cremisi come il fuoco / e gli splendidi tramonti / e i fichi nei giardini dell'Alameda / sì e tutte quelle stradine curiose / e le case rosa e azzurre e gialle / e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus / e Gibilterra da ragazza dov'ero un Fior di montagna / sì quando mi misi la rosa nei capelli / come facevano le ragazze andaluse / o ne porterò una rossa / sì / e come mi baciò sotto il muro moresco / e io pensavo be' lui ne vale un altro / e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora / sì allora mi chiese se io volevo / sì dire di sì / mio fior di montagna / e per prima cosa gli misi le braccia intorno / sì e me lo tirai addosso / in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato / sì e il suo cuore batteva come impazzito / e sì dissi / sì voglio / .

( james joyce; Ulisse )

martedì 8 maggio 2012

Uno si sveglia e ..

.. e si incazza da morire perchè il proprio Es si impossessa degli attori del sogno e mette in bocca loro cose che fanno innervosire. No, non ci siamo capiti: nella mia testa le cose devono andare come dico io visto che fuori di lì si deve fare i conti con la realtà. Nei miei sogni non voglio fare i conti con la realtà. Che poi, da brava esperta di Freud, lo so bene che tutto il sogno è puro Es. Non venite a fare i saccentoni con me, mi sta solo sul cazzo che questo decida - senza consultarmi - di rovinarmi una cosa carina. Eh sì, sarebbe stato carino se "la comparsa" invece di entrare ed insultarmi perchè non ero figa, mi avesse presa e sbattuta contro il muro. Che poi è quello che ha fatto la notte precedente e quella prima ancora.
Ma ho chiacchierato abbastanza in merito, ho vomitato nel mio sacchetto preferito e la cosa divertente è che il mio vomito fa ridere. Mi fa ridere ed io amo incondizionatamente ridere.
A dirla tutta passerei la mia vita a ridere, non me ne frega se la mia risata fa schifo, se somiglia a quella di un bambino, se quando parte fermarla è un casino. Voglio vivere ridendo, oh. Fino alle lacrime, fino a quando non mi scoppia la vena e mi fa male la pancia.

Ecco che parte il volo pindarico. No, niente flusso di coscienza alla Joyce per oggi.

Comunque!
Questa giornata è iniziata con una risata, ieri sera ne è proprio valsa la pena.

lunedì 7 maggio 2012

Un passo indietro?


Tre notti che non dormo per più di una mezzora. Oramai ho capito che le risposte che vorrei non esistono e se anche esistessero non c'è la reale voglia di tirarle fuori. Chissà se poi è giusto così, chissà se poi le cose sono realmente quelle che sembrano, chissà. So che stavo bene, ero quasi felice, tutto stava andando al suo posto fino a quando non m'è entrata in vena una bolla d'aria che, una volta arrivata al cervello, ha fatto un casino senza precedenti. E ora sto qui, nell'incapacità assoluta di muovermi in qualsiasi direzione; terrorizzata da realtà in potenza, realtà ipotetiche, realtà concrete. Ma ancora una volta posso dire d'essere contenta d'essere come sono, grazie a dio o a chi per lui posso sentire. Mi concedo tutto senza privarmi di nulla, vivendo al massimo nonostante alle volte si sbatta contro muri talmente tanto duri da distruggerti l'anima. Mi ricordo bene quando ho smesso di sentire, per mia volontà: stavo morendo. E sarei morta, d'altra parte l'intento e la volontà erano quelli. E allora dimmi, tu che sai tutto, è meglio morire anestetizzati dalla vita o è meglio morire di dolore? E' solo facendosi del male che poi si scopre quant'è bello essere semplicemente felici. Ho scelto di farmi del male, fino alla fine, non voglio rimpianti e non ne avrò nemmeno uno. 

Non mi ricordo nemmeno la tua faccia. 
Ma so che sorridi.

domenica 6 maggio 2012

Paranoie della domenica mattina, in una stanza vuota.

Mi sono rotolata nel letto almeno per un'ora, la prima volta che ho guardato il cellulare erano le otto e venti. "Ancora troppo presto" ho pensato. La seconda volta che ho guardato il cellulare erano le nove e un quarto e la terza erano le dieci. Ho fissato lo schermo per un attimo, poi mi sono girata dall'altra parte e ho lasciato che la testa facesse quello che aveva voglia di fare e vaffanculo. Ovviamente mi sono alzata subito dopo, mi sono trascinata in cucina e sbam! Eccolo il mal di testa, eh come potrei pensare ad un giorno soltanto senza di lui? Caffè, nimesulide e sigaretta: silenzio. Oggi sono pigra e non ho voglia di fare un cazzo. Sto per lasciare quattro anni di vita in una stanza vuota, spero solamente di riuscire a chiudere la porta abbastanza velocemente per lasciare là dentro la merda che continua a seguirmi. E poi niente, guardando fuori dalla finestra m'è venuta in mente questa canzone e mi sono ricordata quando lui me la cantava; m'ero dimenticata quanto fosse bello. Non ci vuole molto a capire cosa io vada cercando da una vita, qualcuno ci arriva. Ma solamente uno, in tanti anni, mi ha dato esattamente quello che volevo. E non c'è più.

Perchè costa tanta fatica farmi sentire unica?


She
may be the face I can't forget
a trace of pleasure I regret
may be my treasure or the price I have to pay
she may be the song that Solomon sings
may be the chill that autumn brings
my be a hounded tearful things
within the measure of the day.

She
may be the beauty or the beast
may be the famine or the feast
may turn each day into heave or a hell
she may be the mirror of my dream
a smile reflected in a stream
she may not be what she may seem
inside as shell

she who always seems so happy 'n proud
who's eyes can be so private and so proud
no one's allowed to see them when they cry
she may be the love that can and hope to last
may come to me from shadows of the past
that I remember till day I die

She
may be the reason I survive
the why and where for I'm alive
the one I'll care for through the rough and rainy years
me I'll take her laughter and her tears
and make them all my souvenirs
for where she goes I got to be
the meaning of my life is

she, she, she

sabato 5 maggio 2012

Sbam, alternativo. Di qualche giorno fa, però.

" Voglio dire, posso immaginare perchè uno litiga con te, ci ho litigato anche io con te un sacco di volte, e l'unico motivo per cui ci parliamo ancora è che ti conosco da troppo tempo e ti voglio troppo bene per pensare che quello sia il tuo modo standard di avere a che fare con me. Ma non è che sono tutti nella mia stessa situazione. Gli avrai risposto male una volta di troppo e avrà creduto che sei una scopa in culo. "
- Il terrone.

e dimmi che non vuoi morire.







giovedì 3 maggio 2012

Passatemi un secchio, sto per vomitare.


dai cazzo, pure Dante aveva la sua Beatrice. E' prerogativa degli artisti l'avere un amante teorico.

lunedì 30 aprile 2012

Could it be worse?

Prefazione e dovuti ringraziamenti. 
Questo pezzo è frutto di un travaglio senza precedenti, sbocciato in un parto doloroso e non senza fatiche. Nulla di autoreferenziale, non del tutto come al solito. Una mistura di eventi, una canzone e qualche frase buttata a caso m'hanno riacceso l'ispirazione. Avevo promesso tempo fa che vi avrei propinato un altro dei miei racconti, ma per mesi non avete avuto altro che silenzio e qualche accenno di vita vera; bè insomma non che io sia una che mantiene sempre le promesse però .. questa volta l'ho fatto. Così ottanta chilometri in macchina mi hanno portata piano piano a vedere nella mia testa quanto state per leggere, sì le cose migliori mi vengono in mente quando sono oggettivamente impossibilitata a scrivere di getto. Ma è meglio così, altrimenti ci metterei troppo del mio e troppo poco di quello che serve per tenervi gli occhi incollati allo schermo. Questo pezzo dunque non potrebbe esistere senza l'aiuto formidabile della strada, dei Coldplay e di una nanerottola che mi spaccia titoli e immagini. Spero piaccia, anche a quello stalker che sta leggendo collegato da un cellulare android. ( Sì, vi vedo. So da dove vi collegate, cosa leggete e quanto tempo ci state su un post; forse stalker lo sono un po' anch'io. )
 Buona lettura.
Francine
______________________________________

Era stato un viaggio piuttosto lungo quello che l'aveva portata ad appoggiare il sedere nudo su quel pezzo di legno umido. Quelle cinque ore secche di treno se le era vissute come un elefante potrebbe trascinarsi su un'altissima montagna, con l'unica differenza che un elefante probabilmente non sarebbe in grado di rastrellarsi l'anima con gli artigli di un utensile arrugginito. Fatto sta che oramai era lì, con una maglietta azzurra addosso e nient'altro; fin da bambina adorava sedersi sui tavoli con il piedi nudi appoggiati sulla sedia. Ed in quel momento aveva proprio l'aria di una bambina, quel visetto idiota incorniciato in una matassa indefinita di capelli color del grano non rendeva giustizia alla mole di ragionamenti che quella povera ragazza si portava appresso da mesi. Era Agosto, un caldo asfissiante che rendeva tutto viscido, salato, strisciante e puzzolente. Puzzava la pelle, puzzava il tavolo, puzzava la stanza: unico angolo di paradiso era quello spiffero di corrente che si insinuava tra le due finestre socchiuse; un fascio tagliente che come una spirale avvolgeva il suo corpo rendendolo così puro agli occhi di quel benedetto ragazzo che se ne stava in piedi davanti a lei. La pelle porosa di entrambi trasudava sesso, violenza e desiderio espresso solo in potenza. Tutta l'intenzionalità che nasceva in continuazione dalle loro pance subiva un'orribile inchiodata, compressa nello stretto spazio dei polpastrelli delle dita: immobili. Ed era il silenzio a fare da padrone, evidentemente non c'era altro che si potesse dire a parole, evidentemente bastavano i loro sguardi inespressivi per oppressione, inchiodati e stabilizzati l'uno nell'altro. Lei sollevò il tallone, lasciando che le dita del piede potessero strisciare sulla paglia della sedia, ne saggiava la consistenza prima di iniziare a tremare. Non ce la faceva più, oramai era troppo. La voglia nelle mani la stava uccidendo e persino il suo famigerato autocontrollo sembrava aver trovato la sua fine; e fu un attimo.  Un attimo che le fece perdere completamente la sua fottuta ragione, allungò la mano. Ed è lì che si giocò tutto, in quella misera frazione di secondo dove il tempo sembrava essersi fermato, la musica cresceva. Erano quei due unici accordi che continuavano a crescere, accompagnando così il battito del suo cuore che oramai sembrava essere ad un passo dall'esplosione, e lì credette davvero di morire. Per quanto si fosse ragionato, per quanto si fosse parlato, per quanto si fossero passate notti insonni a piangere e a chiedersi quanto fosse sbagliato anche solo pensarlo .. questo non era bastato. Quelle labbra si cercavano da troppo tempo per poter rimandare ancora, il sapore ed il gusto altrui era diventato una scoperta necessaria, un passaggio obbligato, un bisogno osceno e vergognoso da tenere nascosto. Ma da rendere reale. E così lì, si bruciò tutto quello che si poteva bruciare: fotografie, anelli, collane, magliette, lenzuola, doveri, promesse, ambizioni e grandi aspettative. Tutto morì in quell'istante di bruciante bisogno di sentir d'essere la necessità di qualcuno. Una folle ricerca di qualcosa di atteso e sognato, la seta tra le mani che cercano le increspature della pelle di quei corpi ardenti e bagnati, pronti in un istante a divenire una cosa sola. Una vampata e non rimane che il respiro spezzato, il bisogno soddisfatto. Nessun risultato inatteso, tutto calcolato.

The day after.


Non ho fatto fatica a dormire, mi sono messa nel letto e via. Giusto il tempo per un paio di pensieri e già stavo nel mondo dei sogni. Però mi sono svegliata molto prima del previsto, la sveglia era alle nove ma alle sette già guardavo fuori dalla finestra. Mi mancherà quella dannata fontana, non mi mancheranno i vecchi che commentano il governo a decibel imbarazzanti all'alba.
Niente, mi son persa a fissare l'acqua della fontana e ci ho lasciato lì lo sguardo per forse un'ora buona; non saprei dire con esattezza cosa mi sia passato per la testa, ne ho pensate parecchie ma avevo delle strane reazioni. Ad un certo punto ho sorriso e ho sentito il mio viso rovente, sono arrossita. Bè se dovessi scegliere un posto dove vivere per sempre, sarebbe un posto magico a metà tra il sogno e la veglia: lì tutto è possibile. Potessi descrivere o disegnare tutto quello che la mia mente partorisce in quel momento sarebbe stupendo, qualche volta ci ho provato ma non sempre il risultato rende. Comunque adesso non ho il tempo necessario, ma ho intenzione di farlo. Molto presto racconterò una storia nuova, sì perchè i nostri personaggi questa volta meritano un autore. 

domenica 29 aprile 2012

sbam, delle 1:43

"a me piaci perchè sei sostanzialmente diversa. diversa dalle solite femmine, anche da quelle un po' maschiaccio. Fai parte di quel genere sì, ma racchiudi dentro di te un piccolo universo a sè stante. e come tutti gli universi... infinito. Mi piaci perchè appunto ci sfidiamo sempre, discutiamo, ci prendiamo a testate, e nel farlo ci divertiamo pure. E poi non so in quanti lo abbiano veramente capito, ma sotto sotto c'è comunque una ragazza fragile, ingenua e dolce. che fuori cerca le coccole fine a se stesse, ma dentro le cerca per un innato bisogno. Mi piace quest'ultima cosa in particolare, perchè forse anche io sono un po' così."

E se il mondo finisse adesso?

mercoledì 25 aprile 2012

vita.


Ci stavamo guardando. Ero ferma in piedi, semplicemente tenevo lo sguardo fisso nel suo senza mai mutare anche solo con un piccolo spasmo l'espressione del mio viso. Sarà passato qualche secondo, forse qualche minuto .. mi facevano male le gambe, forse era passata anche un'ora. Non ho detto una parola. Come un tuono, mi chiede : " da quant'è che lo sai. " Come il vento, gli rispondo : " una settimana ".




giovedì 12 aprile 2012

Lingua.

Taci.
No figurati, ho voglia di dirlo, mi fa ridere.
T'ho detto taci.
Ma perchè, che ho detto di male.
Tieni quella cazzo di bocca chiusa, pensa prima di parlare.
Il problema è che penso sbagliato.

Striscia silente sulla scia scialba.
Vomita.
Mettiti nei casini e alla fine annega.

Annega.


Il suo gesto avrebbe potuto significare tutto e niente, era uno spazio vuoto, che si poteva riempire di quasi tutte le intenzioni, dal desiderio all'innocenza. Era un sottile simbolismo che mi avrebbe permesso un giorno di raggiungerla e baciarla, o un innocente, involontario spasmo di un muscolo del braccio indolenzito?

mercoledì 11 aprile 2012

La notte più lunga.

Fredda e Caldo, protetti quando una coperta non è altro che l'arma di difesa migliore del mondo.
Le mani sudano, la carne trema ed il silenzio ammazza mentre ti sussurra che non ti devi muovere.
Non muoverti, non respirare, non aprire gli occhi: ferma anche il cuore se ci riesci. Muori. Devi morire.

Chiudimi nella protezione più sicura della tua seta calda, morbido e violento l'abbraccio che mi stringe.
Muori, taci e aspetta di morire; ascolta chi cede e convinciti che non è così che deve andare.

Arde e brucia in un momento, te ne vai.
E nemmeno mi hai toccata.

L'alba, finalmente.

venerdì 3 febbraio 2012

Considerazioni con il mal di testa.

E' venerdì. Mi sono svegliata da poco. Ho preso il caffè. Ho preso il nimesulide. Ho fumato una sigaretta. 


Tutto fatto.


Il problema è che il mal di testa oggi non passa e l'insistenza di questo bastardo nel martellare la mia fronte mi sta facendo particolarmente incazzare. Lo so, qualcuno sta aspettando uno dei miei racconti brevi .. ricevo le vostre mail, anche se non rispondo mai. Il punto è che torno stanca dal lavoro e mettiamoci pure che è un periodo di carenza d'ispirazione. Ho una lista lunghissima di tematiche da affrontare, ogni giorno ne aggiungo una promettendo a me stessa di iniziare a spuntarle dalla lista. Promesse da marinaio, sono sempre stata campionessa in questa disciplina.


Forse questa sera .. promesso.
Forse / Promesso.


Sono brava eh? 

martedì 24 gennaio 2012

trema.

Veloce, il sangue, blocca il respiro.

giovedì 19 gennaio 2012

Questa notte.





Ciao, questa notte ti ho sognato. Sì, lo so. Non mi faccio sentire da una vita, ma tu fosti chiaro con me e .. bè, ho solo obbedito. Mi ricordo bene l'ultima volta che ci siamo visti, l'ultima volta che siamo stati felici assieme. Eravamo in quel campo di spighe altissime e stavamo sdraiati a terra. Mi avevi fatta cadere e stavi sopra di me. Ci siamo guardati per un bel po', sorridevo e tu pure. Poi mi hai baciata e senza dire più niente, abbiamo fatto l'amore. Eravamo piccoli, giovani. Era la primissima volta per me e me la ricordo bene. 
Ti amavo, tu in quel momento già non mi amavi più. Già ti avevo fatto del male, già ti avevo lasciato. Già avevo ricominciato a pretenderti e tu me l'hai solo fatta pagare. Quel giorno sono tornata a casa, innamorata di te. Tu te ne sei andato dalla mia vita, con la tua vendetta in mano.Eravamo giovani, troppo giovani per gestire quello che c'era tra noi. Quando tu mi amavi, io me ne fregavo. Quando t'ho amato io, tu mi hai sputato addosso.Non ho mai saputo odiarti per questo, mi sono svegliata questa mattina e ho sentito il tuo profumo. Ho sentito la tua voce e la tua risata. E' vero, devo ammetterlo, il primo vero amore non si scorda mai. 


Ho sbirciato il tuo profilo su facebook, in viso hai ancora la cicatrice che ci siamo fatti cadendo insieme dal motorino.

venerdì 13 gennaio 2012

urli sotto la pelle.

Sola, affondo le unghie nella mia pancia. Sono seduta sul letto e porto la schiena in avanti, verso le ginocchia piegate. Gli occhi si chiudono con forza mentre lentamente la bocca si spalanca, ne esce un urlo selvaggio, animale, volgare e carico di dolore. L'urlo violenta il silenzio della notte, le finestre sono aperte, fuori c'è caldo ed il letto accoglie passivo il rigetto di quella vita interrotta, macchiandosi di vergogna mentre sputa inadeguatezza sulle mie viscere.

Muore. Urlo.
La mia faccia si strappa.

venerdì 6 gennaio 2012

lentamente svanisce.

Katia era distesa sull'erba. Le braccia le facevano da cuscino mentre lo sguardo si perdeva nel cielo azzurro privo di nuvole. Il vento le alzava la gonna, impudico e sfacciato violava la ragazza.
 « Amami, amami » Pensava.

Mimmo era alla finestra, le dita della mano sinistra accarezzavano il pizzo delicato della tenda appena scostata. L'azzurro chiaro dell'indiscreto occhio destro feriva la stoffa lacerandola selvaggiamente mentre il timido ragazzo spiava, silenzioso, Katia.
 « Amami, amami » Pensava.

Se le dita fossero state vento, se la tenda fosse stata carne.
I gemiti di quella ragazza, si sarebbero persi nel vento.
Le nuvole, pensa alle nuvole.

giovedì 5 gennaio 2012

sono.

Sono entrata in una casa; c'è buio pesto. Dalla mia sinistra arriva un sottile quanto tagliente fascio di luce chiarissima che muore nel massimo del suo splendore mentre accarezza uno scorrimano della grande scala davanti a me. Il mio capo si torce lentamente, sulla sinistra. Presto orecchio al silenzio tombale, non si sente nulla. La porta dietro di me è irrimediabilmente chiusa, alla mia destra non vedo nulla, idem per la sinistra. Conosco solo la scala dritta davanti a me. 


« Cosa ci fai tu, qui. » La voce è familiare, femminile, materna.
« Mamma. Volevo restare sola. » Rispondo, senza alcun stupore.
« Ci sono io qui.» 
« Sì, lo so. Voglio stare con te, ma tu non urlare però.» Macchio il tono di quel poco che basta per rendere la mia voce leggermente infantile. Il ginocchio destro si piega appena accarezzando il sinistro, mentre il busto si flette in una leggera torsione che porta le braccia ad allacciarsi dietro la schiena. Il viso s'abbassa, lo sguardo stiscia sul pavimento. Sono piccola, piccolissima. Continuo a rimpicciolirmi e alla fine .. 



lunedì 2 gennaio 2012

.. post it.



Spesso, quando sono al lavoro, mi vengono in mente dei temi da trattare nei miei post. Successivamente, ogni benedetta volta, mi scordo praticamente tutto e .. finisco per improvvisare. Improvviso a tutte le ore, che sia mattina o sera poco importa, questo è pur sempre un sacchetto del vomito. Ad ogni modo, questa mattina sono andata a spulciarmi il mio oroscopo del giorno e dice qualcosa come : 
Oggi troverete sull’uscio di casa qualcosa di nuovo, magari un gattino, magari non troverete più il tappetino, oppure vi verrà in mente una idea particolare, fatto sta che appena varcherete quella soglia, ci sarà qualcosa che cambierà il corso della giornata o almeno la migliorerà. L’importante sarà prendere positivamente qualsiasi segno della fortuna!
Di solito non ci credo a ste cazzate popolari, ma tra i buoni propositi dell'anno c'è quello d'essere più leggera. Sì, detto così non si capisce nulla. Mi spiego.
Più volte mi sono rimproverata di non saper gustarmi i piccoli momenti perchè persa nell'incostante ed inconclusiva ricerca della straordinarietà. Questa voglia di essere circondata da cose straordinarie ma reali, mi ha sempre fatto ignorare del tutto un sacco di piccole cose banali ma carine, ritenute da me stessa banalità campagnole. L'oroscopo è sicuramente una banalità campagnola, nessuno ci crede realmente, ma chissenefrega. Perchè non posso uscire di casa e sperare davvero di inciampare in qualcosa capace di cambiarmi la giornata? Mi sono resa conto d'essere in controtendenza, da eccezionale a mainstream. Forse mainstream lo sono sempre stata veramente, ma comunque stiano le cose ho deciso di smettere d'essere eccezionale, mi pesa sul cazzo.

L'anno nuovo inizia con un amico in meno ma questa volta non mi dispero.
Tanto so che stai leggendo, non mi dilungo, questo è il mio blog non il tuo.